Nuovo anno, nuovo Corso!

Corso di Aggiornamento e Divulgazione Culturale, XXXVI rassegna, Como, 2021/2022

Indicazioni, non solo problemi. I temi oggi irrinunciabili

 

C’è un dato positivo nelle tragedie che abbiamo vissuto, direttamente o indirettamente, negli ultimi anni. Il gioco dei rimandi e tutti i trucchi che abbiamo visto proposti negli ultimi decenni non possono funzionare più: i nodi stanno arrivando al pettine. Molte delle cose che temevamo e prevedevamo si stanno concretizzando, con l’aggiunta di fatti che non avevamo considerato possibili.

Le evidenze sono tante: lasciando le questioni internazionali, che tuttavia ci interrogano come quella afgana, le continue catastrofi ambientali stanno facendo cadere qualsiasi possibilità di dire che la questione ecologica è un’invenzione intellettuale. Analogamente, dopo decenni di individualismo selvaggio, la pandemia ci ha fatto vivere un’esperienza collettiva nelle cause, nella gestione, negli effetti, nelle paure per il futuro. Così la condizione di abbandono di interi continenti, come l’Africa, non interroga più solo la nostra coscienza, ma la nostra intelligenza. Soprattutto in questo caso l’affermazione “sono problemi che riguardano loro” suona del tutto assurda.

Si potrebbe continuare, ma l’effetto sarebbe solo deprimente. Non è più possibile mettere la testa sotto la sabbia. Occorre aprire una fase di riflessioni concrete e di tentativi sul campo: i teorici devono produrre domande ed ipotesi adeguate, gli empirici devono sperimentare, tentare, fallire e riprovare. Come è sempre successo nella storia dell’Occidente nelle fasi decisive.

Non c’è ragione di essere a priori ottimisti, ma è sciocco deprimersi o ritirarsi, perché non c’è un’isola in cui rifugiarsi. Ricordo una parabola moderna: un intellettuale europeo, sconvolto dalle mostruosità della Prima Guerra Mondiale, decise di ritirarsi lontano in modo da non essere coinvolto né direttamente né indirettamente nella catastrofe che sentiva imminente. Decise quindi di andare su un’isoletta isolata, sperduta in quell’immenso mare che è l’Oceano Pacifico. Scelse Guadalcanal!

Noi non abbiamo pretese o ambizioni assurde, ma vogliamo continuare a lavorare in questa ottica di impegno e questo abbiamo chiesto, e chiederemo negli anni prossimi, ai nostri oratori. Per tutto il tempo che ci sarà concesso di farlo.

 

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